29/05/2020 | Articoli
Professionisti dimenticati? Cosa si prova a essere freelance in Italia
Prima di essere gli ideatori di IANG siamo freelance. E viviamo in Italia.
Abbiamo scelto la strada della libera professione che, come tutte a loro modo, è croce e delizia.
C’è questo continuo oscillare tra sentirsi libero e solo, solo e libero.
Libero di gestirsi, ma incatenato ai meccanismi dell’essere un professionista con poche tutele.
Purtroppo in Italia se hai la partita iva ti sei preso il ‘rischio d’impresa’ e ciao.
Goditelo.
Quindi la sensazione è che, per mantenere e difendere questa libertà, sia necessario mettersi il coltello in mezzo ai denti e via a lottare con la concorrenza sleale, con i committenti che vogliono tutto veloce ed economico e con alcuni clienti che pagheranno un giorno, forse.
Siamo freelance in Italia, ma il web allarga i confini, no?
Ehm, non proprio.
Il mondo web poteva essere una grande possibilità, sia per fare rete tra di noi, sia per ampliare il giro di clienti.
Eppure come professionisti sentivamo che qualcosa d’importante mancava.
Trovavamo molte piattaforme customer-oriented, che quindi puntavano tutta la loro attenzione sul cliente, dimenticando quasi completamente gli interessi del professionista.
Tutto era concentrato sul risparmio di tempo e denaro del committente. Quello che toccava al professionista era giusto questa promessa: ”Avrai più clienti’’.
Sì, ok. Ammesso sia vero, a che prezzo?
Svalutandosi, perché in competizione sleale con chi magari ha meno spese da sostenere o per diventare concorrenziali in una giungla senza regole in cui le stesse piattaforme filtrano e mostrano solo i primi professionisti che rispondono all’annuncio.
Meccanismo che non premia le competenze del freelance e limita, anche, la libertà di scelta dei clienti.
Insomma, eravamo stanchi di pensare che l’unico modo per essere competitivi fosse quello di giocare sporco e puntare tutto sull’essere rapidi ed economici.
Capacità e professionalità: addio per sempre.
Ci è sembrato, davvero, che si fosse perso il focus di tutte le parti.
Freelance e clienti: cosa vogliono?
Il professionista vuole lavorare al meglio delle sue possibilità ed essere retribuito equamente rispetto al suo valore e il cliente vuole di certo pagare il giusto, ma prima ancora, dovrebbe volere un lavoro ben fatto. E diciamocelo, fretta e retribuzione ai minimi termini non sono proprio gli ingredienti giusti per avere un buon risultato.
Sbagliamo?
E poi non tolleriamo più questa necessità di dover fare le sgambetto a chi fa parte della nostra stessa categoria, di viverlo come un rivale, quando invece si potrebbe far rete, confrontarsi e crescere professionalmente.
Scambiarsi opinioni, consigli e, perché no, collaborare.
Anche per questi motivi abbiamo sentito davvero il bisogno di creare un posto che tuteli il professionista.
Avere risposte da persone competenti e sentirsi parte di una community che vive quello che stai vivendo tu è fondamentale per noi, soprattutto in fase iniziale, ma non solo. Anche perché questo mondo cambia continuamente e con lui le regole, la burocrazia e tutto quello che dovremmo sapere.
Insomma, secondo noi mancava la LIBERTÀ, quella vera.
E se vuoi la libertà sei libero di andare a prendertela
Ci interessa la libertà che permette al seeker di curiosare tra i vari professionisti e scegliere davvero secondo i suoi bisogni e quella del freelance di farsi vedere nel modo che più lo rappresenta senza tutta questa ansia da prestazione che, un po’ in tutti i campi, non paga mai.
Oltre a questo non ci piace ricevere false promesse, figuriamoci se ci piace farne.
Non diremo mai che con noi si troveranno più clienti, perché dipende dal professionista non dalla piattaforma, ma vogliamo garantire tutti gli strumenti per trovarne di nuovi e fare molto di più: smetterla di sentirsi come lupi solitari in lotta per la sopravvivenza ( giusto, giusto quella) e avere un posto dove crescere professionalmente.
Non vogliamo salvare il mondo, ma eravamo stanchi di lamentarci aspettando che qualcosa cambiasse.
Abbiamo deciso di iniziare a cambiarlo noi.
Passo dopo passo.